Dalla casa al giardino… il viaggio dell’uccellino Peperino

Ciao bambini, vi ricordate di me?

No, e come potreste visto che eravate così indaffarati a far entrare e uscire le vostre emozioni dalla casa …
Mi chiamo Lucilla e sono una lucciola che abita nel giardino della casa delle emozioni. Pensate che per tutto lo scorso anno sono rimasta ad osservarvi e non ero l’unica.
Infatti sul davanzale della casa c’era anche un uccellino un po’, come dire, birbantello … ora vi racconto che cosa è successo …

SUL DAVANZALE: L’INCONTRO CON LUCILLA

“Peperino, Peperino, vieni dai è ora di partire” insisteva Nino l’uccellino.

“Arrivo tra un minuto, qui sta succedendo qualcosa di interessante” rispose Peperino sbirciando tra le persiane della casa delle emozioni.
“No, devi venire subito, lo stormo sta partendo, hanno detto che se non vieni immediatamente ti lasciano qui!”
“Allora vai via, andatevene tutti, non ho bisogno di voi, me la caverò benissimo da solo …”
“Ma Peperino …”
“Via ho detto, andatevene via ….” rispose Peperino pieno di rabbia .

Il suo amico Nino, abbassò il capo in segno di sconforto e con un battito d’ali volò via.
Peperino guardò verso l’alto e vide lo stormo, il suo stormo volare via lontano verso i paesi caldi …
Ecco era rimasto solo, sentiva i battiti del suo cuore in gola come un orologio, le sue ali tremavano ancora e un trambusto strano lo avvolgeva tutto.

“E’ successo di nuovo, l’ho fatto ancora, adesso sono di nuovo solo! Solo! Dannato me! Dannata la mia rabbia! Dannata!”

I battiti adesso scesero fino a raggiungere il suo stomaco e si fecero più lenti. Il respiro, ora più regolare, aprì le porte alla tristezza. Una lacrima scese dai suoi occhi e bagnò le sue ali ancora scosse da quel piccolo terremoto di emozioni e di eventi appena accaduti.
Il cielo autunnale si stava dipingendo di rosso … stava calando la sera.
In quel momento, ripensando a quello che era successo si rese conto di essere solo, tutti lo avevano abbandonato, o meglio: lui e il suo brutto carattere avevano finito per allontanare i suoi amici, persino il dolcissimo Nino che era il suo migliore amico.
Ad un tratto si accorse che era calata la notte e i suoi pensieri furono interrotti da una visione bellissima; delle lucette  brillavano nel giardino, a volte erano più grandi e brillanti poi all’improvviso diventavano più piccole e soffuse, sembrava danzassero.
Peperino le osservava con il becco aperto e …

“Ma guarda un po’, ecco qui Peperino il nervosetto!” disse una delle lucette ridacchiando e volteggiandogli intorno.
“Scusami … come fai a sapere il mio nome?” balbettò Peperino  cercando di mettere a fuoco quella luce.
“Per tutte le lucciole, nel giardino della casa delle emozioni sei famosissimo, sei l’uccellino sempre arrabbiato, sempre nervoso e litigioso, insomma una vera superstar … al contrario!”

Peperino cercò di nascondere il viso sotto l’ala ma la luce della luna lo illuminava come un faro …

“Scusami, mi sento tanto, tanto solo!” e scoppiò a piangere disperatamente. Le lacrime scendevano irrefrenabili una dopo l’altra e non riusciva a fermarle, tanto i singhiozzi erano forti in gola e il cuore batteva forte.
“Sono così solo, nessuno mi vuole!” continuò a sbiascicare.

Lucilla la lucciola, che tutto si aspettava da Peperino a parte quella reazione spropositata, rimase immobile e non sapeva né cosa fare, né cosa dire: era molto commossa da quell’uccellino che tutti nel giardino avevano descritto come forte e cattivo ma che ai suoi occhi appariva piccolo, indifeso e tanto triste.

“Dai, non fare così, stavo scherzando” disse Lucilla per sdrammatizzare un po’.

Poi chiamò le sue amiche lucciole, fecero un cerchio intorno all’uccellino e lo strinsero in un caldo e lucente abbraccio.
A Peperino, sembrò di essere improvvisamente a casa, sentì un tuffo al cuore, nel suo stomaco esplosero fuochi d ‘artificio: che bella sensazione sentirsi amato di nuovo, dopo tanto, tanto tempo.

“Benvenuto nella nostra famiglia!” disse Lucilla che era una lucciola buona e generosa …” Se vorrai ti aiuterò a diventare un uccellino migliore ma ricorda … ci vuole molto allenamento!”

“Allenamento?! Che strana parola, non l’ho proprio mai sentita! E’ una cosa difficile?” chiese Peperino curioso e allo stesso tempo spaventato.
“Dunque vediamo … allenamento vuol dire esattamente che devi fare esercizio per prepararti a diventare, nel tuo caso, più calmo e tranquillo, un po’ meno nervosetto, diciamo …” spiegò Lucilla.

“Ah, ho capito, ma … non credo proprio di farcela, è da quando sono nato che mi sento tanto arrabbiato …”

Ora Peperino era di nuovo triste e angosciato, quella meta gli sembrava irraggiungibile.

“ Certo, anche io all’inizio mi sentivo come te ma credimi, ce la puoi fare se credi in te stesso e io sarò la tua amica, la tua guida, la tua aiutante e non lascerò che tu ti senta di nuovo solo. Insieme ce la faremo ad arrivare alla fine del nostro viaggio!”
“Un viaggio? Dove? Quando? Come …”
“Tranquillo, ecco qui la mappa …” Lucilla aprì una piccola pergamena … Peperino rimase con il becco aperto, immobile e senza parole ad osservarla.
“Questa è la mappa, la mappa del nostro viaggio … Vedi, qui sono segnati tutti i luoghi che dovremmo visitare e in ogni luogo impareremo qualcosa di utile che ci servirà per allenarci e arrivare all’ultima tappa dove …”
“Dove!?!”
“Dove troveremo il tesoro … il tuo tesoro” concluse Lucilla.
“Sono pronto!” disse l’uccellino.
“Bene, ora riposa, partiremo domani …”

Peperino si accovacciò sul davanzale, chiuse gli occhi e iniziò a sognare quel viaggio
meraviglioso che lo aspettava mentre Lucilla lo vegliava con la sua tenue lucina.